Il film documentario è un’idea di Alice Corte, che avvicinatasi al progetto Basket Beats Borders nel 2016, ha poi seguito a livello mediatico l’edizione dello scambio in Libano nel 2019.
Vista la particolare natura della location: Shatila era un campo profughi palestinese di Beirut dove vivono, in un chilometro quadrato, oltre 20.000 persone a cui la legge libanese nega il diritto di svolgere lavori qualificati. Nell’ impossibilità di effettuare sopralluoghi tecnici e trovare i personaggi, decidono di raccogliere durante la nostra permanenza in Libano più materiale possibile e definire il film durante il montaggio.
Questa fase, durata oltre un anno, ha portato a un documentario molto vicino al reportage, fatto di alternanza interviste – immagini. I personaggi, conosciuti tramite contatti telefonici o in loco, donano al film una coralità narrativa che veicola in sé due argomenti: la difficile condizione dei rifugiati palestinesi in Libano, che vivono da oltre settant’anni privi di alcuni dei diritti fondamentali; e l’attività del Palestine Youth Club Shatila, realtà straordinaria che permette alle ragazze del campo profughi di giocare a basket, infrangendo il più grande tabù della loro cultura, l’emancipazione femminile.
I due argomenti confluiscono nell’interrogativo finale del film: Perché queste ragazze, nate in Libano, appassionate di basket ed emancipate dai tabù della propria religione, non possono gareggiare nelle competizioni ufficiali libanesi?
La fotografia è un ibrido dei formati digitale e DV, che raccontano due momenti narrativi differenti ma collidenti nelle vite dei protagonisti: quello della solidarietà, della condivisione e del gioco, contro le difficili condizioni quotidiane all’interno del campo profughi.
Prodotto da Tersite Film
in collaborazione con All Reds Basket, Basket Beat Borders, Atletico San Lorenzo e Palestine Youth Club Shatila distributed by Tersite Film.